Partitura musicale
Carissimi, Giacomo <1605-1674>
[12]: Diluvium universale (Dialogo del Noë) / Giacomo Carissimi ; a cura di Gianluca Capuano
Abstract:
Lavoro imponente per dimensioni e carattere, il Diluvium universale (nella titolazione del manoscritto di Amburgo) fa parte del gruppo delle grandi historiae in latino. Con le sue 779 misure, è superato in ampiezza solo dal Daniele (789) e dalla Historia divitis (825). Fonte per il testo sono alcuni passi della Genesi, nella versione della Vulgata, in cui si narra di Noè, del diluvio, e della finale riconciliazione tra Dio e l'uomo. Da notare i numerosi riferimenti classici: alcuni versi non sono altro che parafrasi di passi di Virgilio e Ovidio (vedi le note al testo latino). Il riecheggiare di autori che erano oggetto quotidiano di studio e di memorizzazione nelle scuole latine dell'epoca fa propendere per l'ipotesi espressa da Andrew Jones, secondo cui autore dei testi degli oratori sarebbe un padre gesuita della cerchia del Collegio Romano o del Collegio Ungarico-Germanico. L’oratorio è diviso in due parti: la prima interamente dedicata alla vicenda del diluvio; la seconda si sofferma sul giubilo per la recuperata unione con Dio tramite l'immagine spettacolare dell'arcobaleno, segno del rinnovato patto fra Dio e gli uomini. Due violini accompagnano il doppio coro (SSATB-SSATB) insieme al basso continuo. Un ruolo speciale è affidato a due soprani solisti Cantus XI e Cantus XII) che intessono un fitto dialogo con i due cori nei grandi momenti di commento all'azione. La voce di Dio – in maniera inconsueta rispetto al caso sopra citato e ad altri esempi carissimiani: si pensi, ad esempio, all'Extremum judicium, dove è intonata dal basso – è affidata al Tenor del primo coro. Noè è impersonificato, invece, dal Bassus del primo coro. I violini, oltre alla sinfonia iniziale, intervengono nei cori e rispondono talora con piccoli ritornelli agli interventi dei soli o dopo i duetti tra i due soprani. Impressionante la vicinanza stilistica e sintattica con altri oratori policorali, e in particolare con Extremum Dei judicium e ancor più con Historia divitis (conosciuto anche con il titolo di Dives malus). Il doppio coro è in entrambi i casi il vero protagonista dell'azione. (Fonte editoriale)