Partitura musicale
Farinelli: Arias de Giacomelli, Hasse, Duni, Porpora / arrangements clavier: Jacques Manet
Crozon : Les Editions Buissonnieres, [2015]
Abstract:
La voce degli angeli. Evirati prima della muta della voce, tra i 6 e gli 8 anni, i castrati mantengono il registro acuto di una voce infantile (soprano o contralto), pur beneficiando di un volume sonoro adulto. Presente fin dall'antichità (in particolare nell'Impero Bizantino), la pratica si è diffusa in Occidente a partire dalla seconda metà del XVI secolo, per la musica sacra, soprattutto in Italia e nella Penisola Iberica.
Nelle chiese i castrati sostituivano le voci dei bambini o dei falsettisti, poiché alle donne non era consentito cantare. Formatisi principalmente in Italia, hanno servito tutte le corti d'Europa. Passarono al teatro e si misero al centro della scena a partire dalla metà del XVI secolo. Gradualmente, i compositori hanno spinto le voci dei castrati verso la gamma alta, persino quella super-alta. Le loro voci brillanti e di ampio respiro hanno dato loro accesso non solo a ruoli di travestiti, ma anche a ruoli maschili (come il Giulio Cesare di Handel). I castrati erano molto in voga alla fine del periodo barocco e riscossero un successo trionfale in tutte le corti d'Europa.
Solo all'inizio del Settecento la castrazione divenne oggetto di pruderie: veniva allora presentata come conseguenza di una malattia, di un incidente a cavallo, di un morso di cigno o di cinghiale; questi ultimi furono infatti responsabili della sorte di tutti i castrati della Cappella Sistina a metà dell'Ottocento... La castrazione fu vietata da Clemente XIV (Papa dal 1769 al 1774), che autorizzò le donne a cantare nelle chiese.
Carlo Broschi, detto Farinelli, è stato uno dei più famosi soprano castrati italiani, rappresentante dello stile vocale altamente ornato dell'opera seria a partire dal 1730. Allievo e protetto di Porpora a Napoli, iniziò la sua carriera all'età di 15 anni nella serenata Angelica e Medoro di Porpora (1720). Incontra poi il poeta e librettista Metastasio, con il quale rimarrà amico per tutta la vita.
La bellezza della voce, la sicurezza della tecnica, l'eccezionale virtuosismo, la potenza, l'espressività, la prodigiosa estensione della voce (dal Do2 o dal Re5 secondo alcune fonti) lo resero molto popolare, nonostante alcune critiche sulla sua presenza scenica e sulla sua propensione agli effetti spettacolari.
Ben presto Farinelli acquisì una fama fantastica e viaggiò in tutta Europa: le sue tournée lo portarono a Roma, Milano, Vienna, Parigi, Londra... Fece scalpore anche a Venezia, dove il suo ingresso trionfale in Laguna coincise con il declino del bel canto veneziano, rappresentato in particolare da Vivaldi.
Impegnato alla corte spagnola, Farinelli lasciò i palcoscenici europei per la casa di Filippo e Ferdinando VI. Responsabile della musica della cappella reale, divenne poi direttore dei teatri reali. Fu nominato cavaliere nel 1750 da Ferdinando VI. L'ascesa di Carlo III nel 1759 non gli giovò e Farinelli tornò in Italia, ritirandosi a Bologna per suonare il clavicembalo e la viola d'amore, scrivere poesie e comporre musica. La sua fama e celebrità europea lo portò a ricevere Gluck, Mozart, Casanova, l'Elettrice di Sassonia, l'Imperatore Giuseppe I e l'Imperatore di Roma.
"La sua intonazione era pura, il suo trillo magnifico, il suo controllo del respiro straordinario e la sua gola molto agile, in modo da realizzare gli intervalli più grandi rapidamente e con la massima facilità e sicurezza. Passaggi e melismi di ogni tipo non hanno avuto difficoltà per lui. Fu molto fecondo nell'invenzione di ornamenti liberi nell'adagio. Johann Joachim Quantz (1697-1773). (Fonte editoriale)